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статья

Claudio Mutti

LE SS IN TIBET

 

La Deutsches Ahnenerbe – Studiengesellschaft fьr Geistesurgeschichte ("Ereditа tedesca degli antenati – Societа di studi per la preistoria dello spirito“) sorse il 1 luglio 1935 per iniziativa del Reichsfьhrer SS Heinrich Himmler, il quale concepм l’idea di dar vita a tale istituzione in seguito alla lettura dell’opera dell’olandese Herman Wirth 1, da lui personalmente incontrato un anno prima. Della nuova Societа di studi fu segretario generale, fino alla fine, l’ Obersturmbannfьhrer SS Wolfram Sievers, che sarа processato a Norimberga e impiccato. La sede della Societа era a Berlin-Dahlem, Pьcklerstrasse n. 16, mentre la fondazione che la sosteneva economicamente si trovava al n. 28 della Wilhelmstrasse.

Principale organo di stampa della Deutsches Ahnenerbe, che pubblicava libri e periodici, fu la rivista “Germanen”.

L’ Ahnenerbe nacque sotto il patronato congiunto delle SS e del Ministero dell’Agricoltura: oltre a Himmler, era entrato in rapporto col professore olandese anche il ministro Richard Walther Darrй, il quale avvertiva pure lui l’esigenza di un’istituzione scientifica che fornisse solide basi alla dottrina del Partito. Ma la collaborazione tra Himmler e Darrй non sarebbe durata a lungo, data la loro divergenza di vedute circa l’ Idealtypus germanico, che per il ministro dell’Agricoltura (e per lo stesso Wirth) era rappresentato dal contadino, mentre per il capo delle SS si identificava con la figura del guerriero. Al professor Wirth, che lasciт la Ahnenerbe nel febbraio 1937, subentrт come presidente della Societа Walther Wьst, rettore dell’Universitа di Monaco e membro dell’Accademia delle Scienze, il quale era affiancato da uno stretto collaboratore di Himmler, Bruno Galke. Nel 1943 Wьst diede le dimissioni; ciт non gli evitт di essere condannato a morte a Norimberga, anche se la pena capitale gli venne poi commutata.

L’unica menzione pubblica fatta da Himmler circa la Ahnenerbe si trova in un discorso del gennaio 1937. Parlando del Servizio razziale delle SS, il Rasse und Siedlungshauptamt, Himmler disse che “esso ha anche l’incarico di effettuare ricerche scientifiche in collaborazione con l’Istituto Ahnenerbe. Cosм – proseguм il Reichsfьhrer SS – ad Altchristenburg abbiamo scoperto una fortezza su una superficie di trenta iugeri. (…) Dal punto di vista scientifico e dottrinale, il nostro compito consiste nello studiare queste cose senza falsificarle, in maniera obiettiva. Le scoperte fatte dall’Istituto Ahnenerbe ad Altchristenburg hanno rivelato l’esistenza di sette strati (…) Tutte queste cose ci interessano, perchй rivestono la massima importanza nella nostra lotta ideale e politica”. E fu lo stesso Himmler, stando almeno a quanto dichiarato da Sievers a Norimberga, a riassumere lapidariamente il programma generale delle attivitа demandate alla Ahnenerbe, con queste parole: “Raum, Geist, Tod und Erbe des nordrassischen Indogermanentums” (“Spazio, spirito, morte ed ereditа del mondo indogermanico di razza nordica”).

In altri termini, la Societа aveva il compito di effettuare ricerche sullo spirito ariano, di salvare e rinvigorire le tradizioni popolari, di diffondere tra la popolazione la cultura tradizionale germanica. Sorsero quindi in seno alla Ahnenerbe una cinquantina di dipartimenti, ciascuno dei quali si dedicava a un particolare settore d’indagine: i canti tradizionali, le danze popolari, gli stili regionali, l’etnografia, le leggende, la geografia sacra ecc. Ci si occupт della costruzione di monumenti che celebrassero la gloria del popolo tedesco e degli eroi della rivoluzione nazionalsocialista; si intrapresero scavi archeologici; ci si impegnт nella conservazione dei monumenti storici (tra i quali, la sinagoga Staronova di Praga, risalente al XIII secolo). Per dire quale fu il livello degli studiosi che collaborarono con la Ahnenerbe, basterebbe menzionare l’Ehren SS (“SS ad honorem”) Franz Altheim, il grande storico delle religioni 2.

Oltre a ciт, nell’ Ahnenerbe c’era anche una sezione che si occupava di studi tradizionali. Essa, secondo Brissaud, “aveva un eminente collaboratore nella persona di Friedrich Hielscher, amico dell’esploratore svedese Sven Hedin, amico di Karl Haushofer, di Wolfram Sievers, di Ernst Jьnger e anche di… Martin Buber” 3. Friedrich Hielscher и il “Bodo” o “Bogo” dei Diari di Jьnger. Nato a Guben nella Bassa Lusazia il 31 maggio 1902, partecipт nel 1919 alle azioni dei Corpi Franchi; poi diventт dottore in legge, giornalista e scrittore, “una delle teste pensanti che diressero e formarono i circoli nazional-rivoluzionari” 4. Nell’aprile del 1928 assunse la direzione della rivista nazional-rivoluzionaria “Der Vormarsch”, che era stata diretta da Jьnger; nel 1930 cominciт a pubblicare “Das Reich”, un periodico omonimo del suo trattato di “teologia dell’Impero”: Das Reich, Berlin 1931.

“Il nome di Friedrich Hielscher – scrive Brissaud – figura tra i primi di una lista dell’ Ahnenerbe comprendente piщ di cento nomi, che fu prodotta al processo di Norimberga” 5. Nonostante ciт, Hielscher rientra nel novero di quegli uomini dell’ Ahnenerbe che non solo non furono “impiccati come ‘criminali di guerra’ o uccisi a fuoco lento nelle segrete o nei campi di concentramento dei vincitori, [ma] sembrano aver goduto di una strana immunitа, come se un cerchio magico li avesse avvolti e protetti, perfino davanti ai ‘giudici’ del processo di Norimberga” 6. Addirittura, se dobbiamo credere a Brissaud, dopo aver deposto una testimonianza praticamente inconsistente al processo contro Sievers, Hielscher “ottenne dagli Alleati l’autorizzazione ad accompagnare Sievers al patibolo” 7.

Nel 1938 la Ahnenerbe organizzт una spedizione in Tibet. Il capo della spedizione, lo Hauptsturmfьhrer SS dr. Ernst Schдfer, era un biologo e zoologo che giа nel 1930-’32 e nel 1934-’36 aveva partecipato a un paio di spedizioni in Cina. Tornato in patria, Schдfer aveva avuto modo di esporre a Himmler la sua idea di una spedizione in Tibet. Il Reichsfьhrer accolse entusiasticamente l’idea di Schдfer e assunse il patrocinio dell’iniziativa. Oltre a Schдfer, facevano parte del gruppo quattro Obersturmfьhrer SS: il capocarovana “tecnico” Edmund Geer, l’antropologo ed etnologo Bruno Beger, il geografo e geomagnetologo dr. Karl Wienert, il fotografo e operatore cinematografico Ernst Krause. Scopo ufficiale della spedizione era lo studio della regione tibetana dal punto di vista antropologico, geografico, zoologico e botanico. Ma a Himmler importava anche stabilire un contatto con l’abate di Reting, diventato Reggente del paese nel 1934, un anno dopo la morte del tredicesimo Dalai Lama. Infatti il quattordicesimo Dalai Lama, quello attuale, bsTan adsin rgya mts’o, nel 1938 aveva tre anni e sarebbe stato insediato nel 1940.

Imbarcatisi a Genova nel maggio 1938, i sei uomini dell’ Ahnenerbe arrivano a Colombo e quindi a Calcutta, dove sono accolti da una campagna di stampa orchestrata da agenti inglesi contro la spedizione tedesca. Da Calcutta il gruppo non si muove finchй Schдfer, recatosi a Darjeeling, non riesce a ottenere dalle autoritа anglo-indiane un visto di sei mesi per il Sikkim, lo staterello himalayano che per varie ragioni costituisce la piщ favorevole porta d’accesso al Tibet. Ai primi di luglio, portando con sй un bagaglio di due tonnellate e mezzo, la spedizione parte da Calcutta e arriva in treno alle falde dell’Himalaya, dove ha inizio la lunga marcia; “la nostra meta и il Trono Divino, lа in alto” – dice il commento sonoro della pellicola girata dall’operatore Krause 8. A Gangtok, capitale del Sikkim, trovano un maharaja generoso di aiuti: и Sua Altezza Tashi Namgyal, che nel 1948 ospiterа anche il nostro Giuseppe Tucci. Di lм la spedizione procede verso nord: una carovana di dieci indigeni e cinquanta muli avanza lentamente a causa delle piogge monsoniche, del fango e delle frane. Dopo una sosta di due settimane nei pressi di Thanggu (a quota 4.500 m.), le otto tende da campo vengono piantate a Gayokang, alle falde del Kanchenjunga (m. 8.585); per alcune settimane il campo di Gayokang и la base da cui partono fruttuose missioni di ricerca. Tra luglio e agosto, Schдfer e Krause accolgono l’invito di un influete principe tibetano e si recano alla sua residenza estiva di Doptra, dove ricevono la promessa che la spedizione sarа raccomandata presso le autoritа di Lhasa. Alla fine di settembre, dopo aver effettuato le loro ricerche nella parte tibetana del Sikkim, gli uomini dell’ Ahnenerbe ritornano a Gangtok per assistere all’annuale “danza di guerra degli dиi”. Subito dopo, Schдfer si reca con l’interprete a conferire con un alto funzionario politico per esporgli i programmi della spedizione; nel frattempo, Wiener e Beger si spingono sull’Himalaya, mentre Krause e Geer attraversano la giungla e vanno a completare riprese cinematografiche e ricerche zoologiche nella zona di Gayokang. Allorchй il gruppo si ricostituisce, il campo rimane per qualche tempo ai piedi del Kanchenjunga, a una temperatura di venti gradi sotto zero. Cosм, dopo una serie di ricerche nel territorio di Lachen e un’ascensione lungo una parete del Pimpo Kanchen, il primo giorno di dicembre gli uomini dell’ Ahnenerbe ricevono la notizia che il Reggente del Tibet li invita a trascorrere due settimane a Lhasa. Prima di allora vi erano potuti entrare pochi Europei, tra i quali nessun tedesco.

Felicemente terminata l’esplorazione del Sikkim, poco prima di Natale gli uomini del Reich si dirigono verso Lhasa con una nuova carovana. Varcano la soglia della “cittа proibita” il 19 gennaio 1939, accompagnati da un alto ufficiale tibetano e accolti dalle massime autoritа; non dal Dalai Lama, che si trovava ancora nel suo villaggio nel territorio di Amdo, vicino al lago Kokonor. Esiste una fotografia di Schдfer, con l’elmetto estivo delle SS, che saluta il segretario personale del Panchen Lama (direttore spirituale del Dalai Lama), mentre un’altra foto documenta uno scambio di doni tra la delegazione del Reich e i dignitari della teocrazia tibetana. Agli ospiti tedeschi viene concesso il privilegio di assistere alle feste del Capodanno lamaista; viene permesso loro di visitare il Potala e gli altri templi, di studiarli e fotografarli. L’antropologo puт osservare da vicino un momento culminante della vita religiosa tibetana e, approfittando dell’immensa folla di pellegrini affluita a Lhasa per il Capodanno, puт approfondire lo studio della tipologia razziale del paese. Piщ difficile и il lavoro dello zoologo, a causa dell’interdizione dell’uso delle armi da fuoco durante le feste del Capodanno; ma l’interdizione viene aggirata mediante l’impiego di una sorta di fionda fabbricata da Schдfer, che consente di aggiungere alla collezione ornitologica diversi esemplari.

La visita a Lhasa doveva durare quattordici giorni; ma l’intesa stabilitasi tra le SS e le autoritа lambiste и tale, che il governo tibetano non lascia partire i propri ospiti prima del 19 marzo, facendoli accompagnare da un alto funzionario fino alla stazione inglese di Gyangtse (Rgyal-rce). Dopo un’esplorazione delle rovine dell’antica capitale Jalung Phodrang, disabitata da circa un migliaio d’anni, e dopo una marcia di seicento chilometri fino al lago di Yamdrok, il 25 aprile gli esploratori tedeschi raggiungono Shigatse (Gzis ca rce), dove risiede il nono Panchen Lama, Lobsang Tseten. A Shigatse, nei cui pressi si trova il monastero di Tashi Lhunpo, abitato da quattromila monaci, l’accoglienza и calorosa come a Lhasa: tutta la popolazione accorre a dare il benvenuto agli uomini dell’ Ahnenerbe. Il Panchen Lama riceve ufficialmente la missione tedesca e firma un documento di amicizia con il Terzo Reich.

Il 19 maggio la marcia riprese in direzione di Gyangtse, che fu raggiunta in tre giorni. Qui ebbero luogo trattative coi funzionari inglesi circa il passaggio in India e il trasporto dell’ingente materiale. Una decina di animali da soma dovette essere impiegata solo per il materiale di interesse etnologico (costumi, tende, un aratro, un telaio ecc.), al quale si aggiungevano i centootto volumi di Scritture buddiste donati dal Reggente al governo del Reich. Si trattava verosimilmente del Kanjur (bka’-gyur), versione tibetana del Canone, che nell’edizione di Derge (Sde dge) consta per l’appunto di centootto volumi. Oltre a ciт, la spedizione portava con sй piщ di 4.000 uccelli impagliati, piщ di 500 teschi di animali, esemplari zoologici viventi, piante d’ogni genere, semi vegetali.

Attraverso Gangtok, il gruppo giunse a Calcutta; via Bagdad, Atene, Vienna, i reduci della spedizione atterrarono a Berlin-Tempelhof la sera del 4 agosto 1939, dopo sedici mesi di assenza dalla Germania 9. All’aeroporto di Monaco, Schдfer e i suoi camerati ebbero la sorpresa di trovare il Reichsfьhrer SS Heinrich Himmler, venuto personalmente ad accoglierli.

Di lм a poco si sarebbe realizzata la predizione del veggente tibetano che aveva detto a Schдfer: “Verranno gli uomini volanti e ci sarа una grande catastrofe. Qualcosa di terribile accadrа nelle terre degl’Inglesi e dei Tedeschi. Vi sarа una scintilla enorme e anche la nostra religione ne sarа colpita”.

Quanto al battaglione di Waffen SS tibetane che avrebbe preso parte alla difesa di Berlino, rimane ancora un mistero.

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1 - Herman (Felix) Wirth (Utrecht 6 maggio 1885 – Kusel 16 febbraio 1981), professore olandese naturalizzato tedesco, dal 1909 al 1919 era stato lettore di filologia olandese all’Uiversitа di Berlino. Nel 1925 si iscrisse alla NSDAP. Studioso dei simboli della protostoria, pubblicт diverse opere, tra le quali spiccano due monumentali capolavori: Der Aufgang der Menschheit, Jena 1928 e Die heilige Urschrift der Menschheit, Leipzig 1931-1936. Intorno alla sua attivitа scoppiт una vivace polemica scientifica allorchй pubblicт Die Ura-Linda-Chronik, Leipzig 1932 (trad. it. dell’editio minor, Leipzig 1934, apud Edizioni Barbarossa, Saluzzo 1989); secondo Wirth si trattava di un autentico documento originario del popolo frisone, mentre per i suoi avversari era solo una fabbricazione relativamente recente. Herman Wirth, scrive Armin Mohler, “incarna perfettamente la singolare posizione dei Vцlkischen nel Terzo Reich: da una parte egli viveva grazie ad un incarico di ricerca della Ahnenerbe, dall’altro gli era proibito pubblicare” (A. Mohler, La Rйvolution Conservatrice en Allemagne 1918-1932, Pardиs, Puiseaux 1993, p. 444).

2 - Franz Altheim (Erscherscheim 6 ottobre 1898 – Mьnster 1976) si addottorт con uno studio su Die Komposition der Politik des Aristoteles, discussa col professor Hans von Arnim all’Universitа di Francoforte sul Meno. Qui entrт in relazione col filologo Walther Friedrich Otto (che nel 1933-’34 gli fece pubblicare Epochen der rцmischen Geschichte) e con l’etnologo Leo Frobenius. Insegnт alle universitа di Halle, Berlino e Mьnster. Tra le opere piщ significative della sua sterminata produzione scientifica, la Rцmische Religionsgeschichte, Berlin 1956 (ed. definitiva), Niedergang der alten Welt, Frankfurt am Main 1952, Die Araber in der alten Welt, Berlin 1964. In italiano: Dall’antichitа al Medioevo (Sansoni, Firenze 1961), Il dio invitto (Feltrinelli, Milano 1960), Romanzo e decadenza (Settimo Sigillo, Roma 1995), Storia della religione romana (Settimo Sigillo, Roma 1996).

3 - Andrй Brissaud, Hitler et l’ordre noir. Histoire secrиte du national-socialisme, Librairie Acadйmique Perrin, Paris 1969, p. 285. Anche il libro di Brissaud, per alcuni versi abbastanza documentato, rimasta certe fantasticherie che il famigerato Mattino dei maghi di Louis Pauwels e Jacques Berger (Mondadori 1963, pp. 371-374) ha trasmesse a gran parte della letteratura “nazioccultistica”. Si veda, come ulteriore esempio di ciт, Le marchй du diable di Robert Faligot e Rйmi Kauffer (Fayard, Paris 1995, p. 243), dove si sostiene che la spedizione dell’Ahnenerbe in Tibet aveva lo scopo di “saggiare le possibilitа di una presa di contatto tra i mitici maestri del Tibet e la Societа di Thule, che se ne considerava l’erede”. D’altronde, anche specialisti di germanistica come Furio Jesi hanno riciclato le tesi del Mattino dei maghi, attribuendo agli “studiosi guidati dal dottor Scheffer [sic]” lo scopo di “raccogliere materiali sulle origini della razza ariana” (F. Jesi, Germania segreta, Feltrinelli, Milano 1992, p. 188).

4 - A. Mohler, op. cit., p. 585.

5 - A. Brissaud, op. cit., p. 454.

6 - Savitri Devi, L’India e il nazismo, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma 1979, p. 53.

7 - A. Brissaud, op. cit., p. 286.

8 - Dai 16.000 metri di pellicola in bianco e nero e dai 2.000 a colori girati da Krause fu ricavato il documentario Geheimnis Tibet. (Se ne veda l’edizione italiana nel video allegato al fascicolo n. 9 della serie Il nazismo esoterico di Marco Dolcetta, Hobby and Work, Milano 1994). Oltre a realizzare le riprese cinematografiche, Krause scattт 20.000 fotografie e trovт anche il tempo per mettere insieme una straordinaria collezione di formiche, api, calabroni e farfalle.

9 - Alla fine di quel medesimo mese d’agosto si sarebbe dovuta concludere anche la terza spedizione tedesca sul Nanga Parhat (m. 8.114), guidata da Peter Aufschneiter, che era partita nel maggio 1939. Sorpresi in territorio indiano dallo scoppio della guerra (3 settembre), Peter Aufschneiter e Heinrich Harrer, il campione dei giochi olimpici del 1936, furono internati in un campo di concentramento britannico. Evasi nel 1944, raggiunsero il Tibet, dove ottennero asilo. Cfr. H. Harrer, Sieben Jahre in Tibet, A. J. MacPherson 1958 (ed. franc. Sept ans d’aventures au Tibet, Arthaud, Paris-Grenoble 1953).

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